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Agrovoltaico PNRR, le linee guida per accedere agli incentivi

Agrovoltaico PNRR - Un'azienda agricola che ha installato il FV
Nozioni sul fotovoltaico
Aggiornato il 28. aprile 2023
13 min. Tempo di lettura
Thomas_Taddia
Thomas Taddia

Hai un’azienda agricola e hai sentito parlare di un decreto sul tema dell’agrovoltaico e PNRR. Beh, allora questo blog ti piacerà!

La proposta di decreto per promuovere la realizzazione di impianti agrivoltaici è stata approvata dal MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica). Il testo è stato trasmesso successivamente alla Commissione europea, la quale ha dato il via libera lo scorso 10 novembre 2023, stanziando aiuti per 1,7 mld di €.

L’obiettivo è quello di installare impianti agrivoltaici di medie e grandi dimensioni con una capacità produttiva di almeno 1,04 GW entro il 30 giugno 2026. Così, si vuole rendere il settore agricolo più competitivo, riducendo i costi dell’approvvigionamento energetico. Si punta inoltre a migliorare le prestazioni climatiche-ambientali di tale settore, responsabile del 10 % delle emissioni di gas serra in Europa.

Il contesto normativo

Di base, agli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole non è consentito l’accesso agli incentivi statali (di cui il D.L. 3 marzo 2011, n. 28).

In seguito al D.L. del 31 maggio 2021 n.77 questo non si applica però agli impianti agrovoltaici che adottano soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra (anche prevedendo sistema con tracker solare) per non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione.

L’accesso agli incentivi per gli impianti di cui sopra dipende dalla contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio, che consentano di verificare una serie di aspetti come:

  • l’impatto sulle colture;
  • il risparmio idrico;
  • la produttività agricola per le diverse tipologie di colture;
  • la continuità delle attività delle aziende agricole interessate.

Secondo il Decreto MASE AgroPV, per la realizzazione di questi sistemi fotovoltaici è previsto il riconoscimento di un incentivo composto da:

  • un contributo in conto capitale nella misura massima del 40 % dei costi ammissibili. Questo contributo si basa su fondi di investimento in ambito del PNRR di 1,10 miliardi di €;
  • una tariffa incentivante sulla quota di energia elettrica prodotta e immessa in rete.

Recentemente questa misura è stata approvata ufficialmente dalla Commissione europea, che ha individuato le risorse finanziarie. Parleremo di questa novità nell’ultimo paragrafo, prima vediamo cos’è un impianto agrovoltaico, perché è una soluzione interessante per chi opera nel settore agricolo e il contesto normativo nel quale questa misura si inserisce.

Cosa si intende per impianto agrivoltaico?

L’impianto agrivoltaico (o agrovoltaico, o agro-fotovoltaico) è un impianto fotovoltaico che adotta soluzioni volte a preservare la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale sul sito di installazione. È un sistema innovativo che unisce l’agricoltura e la produzione di energia solare. Grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli o serre, gli agricoltori possono sfruttare al meglio le risorse del territorio producendo energia, proteggendo le colture e riducendo i costi energetici.

Dal punto di vista spaziale, può essere descritto come un pattern spaziale tridimensionale, composto dall’impianto agrivoltaico, vale a dire dai moduli fotovoltaici e dallo spazio libero tra e sotto i moduli fotovoltaici, montati in assetti e strutture che assecondino la funzione agricola. Lo spazio tra i moduli e le colture viene definito volume agrivoltaico o spazio poro.

Contrariamente ai tradizionali impianti fotovoltaici a terra, che prevedono un notevole consumo di suolo agricolo e non permettono una concreta integrazione tra produzione energetica e coltivazione, l’agrovoltaico rappresenta un modello di sviluppo sostenibile volto a valorizzare le terre agricole, alimentare l’attività produttiva ed energetica e contrastare il cambiamento climatico.

Gli impianti agrivoltaici, confrontati con i normali impianti fotovoltaici a terra, presentano dunque una maggiore variabilità nella distribuzione in pianta dei moduli, nell’altezza dei moduli da terra, e nei sistemi di supporto dei moduli, oltre che nelle tecnologie fotovoltaiche impiegate. Questo al fine di ottimizzare l’interazione con l’attività agricola realizzata all’interno del sistema agrivoltaico.

Perché l’agrovoltaico ci piace?

Troviamo innanzitutto dei benefici diretti legati all’agricoltura:

  • Meno rischi. La qualità del raccolto o il rischio di perdita di quest’ultimo dipende molto dalle condizioni meteorologiche. Il sistema agrivoltaico risolve parte di questi problemi climatici: i pannelli consentono un ombreggiamento del suolo sottostante e permettono un risparmio sull'acqua di irrigazione fino al 20 %. Proteggono inoltre le colture da picchi di calore che possono beneficiare della copertura dei pannelli contro la grandine. Nell'agricoltura tradizionale invece bisognerebbe installare delle reti o altre coperture.
  • Pannelli fotovoltaici più efficienti. Un esperimento condotto presso l'Università dell'Arizona rivela che le colture gestite con un sistema agrovoltaico forniscono un effetto di raffreddamento ai pannelli, promuovendo la produzione di maggiore energia. Questo rende il sistema più efficiente.
  • Migliore produttività rispetto all'agricoltura tradizionale. Alcuni studi condotti dal For Solar Energy Systems del Fraunhofer Institute evidenziano che i sistemi agrivoltaici aumentano la produttività del terreno fino al 60 %.

Ci sono poi dei vantaggi indiretti legati ad aspetti socio-economici, per esempio:

  • L'agrovoltaico è fonte integrativa di reddito per gli agricoltori che possono reinvestire nella propria attività per aumentarne la competitività;
  • La creazione di valore condiviso sul territorio attraverso la collaborazione con agronomi, imprese agricole e stakeholder di settore;
  • La creazione di nuove attività per occupati esistenti e di nuove specializzazioni.

Quali sono i requisiti per accedere ai vari incentivi?

Il MITE (Ministero della Transizione Energetica) si era espresso già nel 2022 in merito pubblicando le Linee Guida in materia di impianti agrivoltaici (27 giugno 2022) dove individuava i requisiti che definiscono l’agrivoltaico e l’eventuale accesso ai vari incentivi. I requisiti sono stati ripresi nella proposta inviata alla Commissione ed elencati come segue:

REQUISITO A

L’impianto rientra nella definizione di “agrivoltaico” ed è progettato e realizzato in modo da adottare una configurazione spaziale ed opportune scelte tecnologiche, tali da consentire l’integrazione fra attività agricola e produzione elettrica e valorizzare il potenziale produttivo di entrambi i sottosistemi:

  1. È prevista una superficie minima dedicata alla coltivazione del 70 % rispetto alla superficie totale oggetto di intervento;
  2. È previsto un LAOR (Land Area Occupation Ratio), ovvero il rapporto massimo fra la superficie dei moduli e quella agricola occupata dal sistema agrivoltaico, non superiore al 40 %.

REQUISITO B

Il sistema agrivoltaico è esercito, nel corso della vita tecnica, in maniera da garantire la produzione sinergica di energia elettrica e prodotti agricoli e non compromettere la continuità dell’attività agricola e pastorale. Deve quindi:

  1. Garantire la continuità dell’attività agricola nel mantenimento dell’indirizzo produttivo e della resa della coltivazione (non ridurre qualità e resa agricola in termini di € / ha - € / UBA);
  2. Garantire una producibilità elettrica minima dell’impianto agrivoltaico di almeno il 60 % rispetto a un impianto fotovoltaico standard.

REQUISITO C

L’impianto agrivoltaico adotta soluzioni integrate innovative con moduli elevati da terra, volte a ottimizzare le prestazioni del sistema agrivoltaico sia in termini energetici che agricoli. Si possono prevedere due principali soluzioni installative, dove il posizionamento e l’altezza minima dei moduli sono studiati in modo da consentire la continuità delle attività agricole e/o zootecniche:

  1. I pannelli solari devono essere posti sopra le piantagioni ad altezza pari o superiore a due metri dal suolo, senza fondazioni in cemento o difficilmente amovibili. Si configura una condizione nella quale esiste un doppio uso del suolo ed una integrazione massima tra l’impianto agrivoltaico e la coltura, e cioè i moduli fotovoltaici svolgono una funzione sinergica alla coltura.
  2. I moduli fotovoltaici sono disposti in posizione verticale; l’integrazione tra l’impianto agrivoltaico e la coltura si può esplicare nella protezione della coltura compiuta dai moduli fotovoltaici che operano come barriere frangivento. ma può influenzare il grado di connessione dell’area, e cioè il possibile passaggio degli animali.

REQUISITO D

Il sistema agrivoltaico è dotato di un sistema di monitoraggio che consenta di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività delle aziende agricole interessate. 

I sistemi agrivoltaici che rispettano tutti i requisiti A-D sono definiti "Agrivoltaici Avanzati" e, su creazione e approvazione di una relazione dei precedenti dati di monitoraggio apportano l’accesso agli incentivi statali.

REQUISITO E

Il sistema agrivoltaico è dotato di un sistema di monitoraggio che, oltre a rispettare il requisito D, consenta di verificare il recupero della fertilità del suolo, il microclima, la resilienza ai cambiamenti climatici.

I sistemi agrovoltaici che rispettano tutti i requisiti A-E hanno invece accesso agli incentivi statali e ai fondi stabiliti dal PNRR, su creazione e approvazione di una relazione dei seguenti dati di monitoraggio.

Prassi di riferimento sull’agrivoltaico

Esistono altre norme che meritano attenzione sul tema agrivoltaico:

  • Prassi di riferimento UNI/PdR 148:2023 entrata in vigore il 3 agosto 2023. Si tratta di un documento pubblicato da UNI e previsto dal Regolamento UE n. 1025/2012 che prescrive le prassi condivise insieme ad altri enti sui “Sistemi agrivoltaici: integrazione di attività agricole e impianti fotovoltaici”.
  • CEI PAS 82-93: un documento dedicato agli impianti agrovoltaici, che contiene una classificazione delle tipologie di impianti agrivoltaici, i requisiti di base e il monitoraggio e la valutazione della produzione elettrica.
    Oltre a queste indicazioni, la CEI PAS 82-93 fornisce anche elementi su:
  1. la sicurezza elettrica nell’esercizio delle attività elettriche e agricole, le attività di O&M e le verifiche degli impianti agrivoltaici;
  2. le tipologie di installazioni che si ritengono realizzabili.

Chi può beneficiare degli incentivi? Quali soggetti interessa l’agrovoltaico PNRR?

Possono beneficiarne imprenditoriagricoli o società a partecipazionecongiunta con i produttori di energia elettrica alle quali è conferita l’azienda o il ramo di azienda da parte degli stessi imprenditori agricoli ai quali è riservata l’attività di gestione imprenditoriali salvo che per gli aspetti tecnici di funzionamento dell’impianto e di cessione dell’energia.

Il via libera della Commissione europea

Come anticipato proprio all’inizio di questo blog, Bruxelles ha dato il via libera al regime di aiuti di Stato dell’Italia, confermando un importo di € 1,7 mld, in parte finanziato tramite il fondo PNRR. La misura decisa contribuirà a “rendere più verde il settore agricolo e favorirà la transizione verso la neutralità climatica, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo”.

Il piano punta a sostenere la costruzione e la gestione in Italia di nuovi impianti agrivoltaici per:

  • una capacità totale di 1,04 GW;

  • una produzione di energia elettrica di almeno 1 300 GWh/anno.

Ancora, nell’ambito del regime che durerà fino al 31 dicembre 2024, l’aiuto sarà concesso ai produttori agricoli, cumulativamente, sotto forma di sovvenzioni agli investimenti e tariffe incentivanti. In particolare, si parla di:

  1. sovvenzioni agli investimenti, per un importo di 1,1 miliardi di €, che coprono fino al 40 % dei costi di investimento ammissibili;

  2. tariffe incentivanti, per le quali sono previste 560 milioni di €, da pagare durante la fase operativa dei progetti per un arco temporale di 20 anni. Sul sito della Commissione europea – Rappresentanza in Italia troverai ulteriori informazioni.

La misura è stata valutata positivamente dalla Commissione per una serie di ragioni. Tra queste per esempio, il regime agevolerebbe lo sviluppo di un’attività economica e si tratterebbe di una misura necessaria, adeguata e proporzionata. Infine, l’iniziativa proposta produrrebbe un effetto di incentivazione, incoraggiando un investimento che altrimenti i beneficiari non farebbero senza tale aiuto. Senz’altro, ci sono poi effetti positivi anche sull’ambiente, i quali superano le esternalità negative in termini di distorsioni della concorrenza.

Impianti fotovoltaici su terreni agricoli: la delibera del Piemonte

In Piemonte sono state emanate nuove indicazioni per l’installazione di impianti fotovoltaici in aree agricole caratterizzate dall’elevato interesse agronomico. Si tratta della Deliberazione del 31 luglio 2023 n. 58 – 7356, con la quale si prevede di installare solamente impianti di tipo agrovoltaico nelle zone di elevato interesse agronomico. Questa nuova delibera prevede anche delle indicazioni sulle caratteristiche che devono possedere gli impianti. Qui trovi l’elaborato di Italia Solare.

In breve

  • È opportuno creare delle regole che non frenino lo sviluppo del settore, in altre parole le norme per accedere ai fondi PNRR non devono diventare regole generali.
  • L’integrazione tra l’imprenditore agricolo e quello energetico è una condizione indispensabile per il successo del piano.
  • L’agro-fotovoltaico è una grande opportunità per il Paese di coniugare le esigenze di decarbonizzazione e la salvaguardia o il ripristino dell’attività agricola e pastorale.
  • La proposta di decreto presentata dal MASE qualche mese fa è stata approvata dalla Commissione europea a novembre 2023. Si tratterebbe infatti di una misura in linea con gli obiettivi strategici dell’UE in materia di Green Deal europeo e che produrrebbe diversi effetti positivi.
  • Hai altri dubbi sul tema? Puoi consultare:
  • il documento del MASE ufficiale e completo contenente le linee guida a questo link.
  • il comunicato stampa relativo all’approvazione del regime italiano da 1,7 miliardi di € qui.
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