Energy Efficiency 2024: uno sguardo ai consumi energetici mondiali (senza farci prendere dal panico)

Il 2024 è ormai agli sgoccioli, quindi è il momento di fare il punto della situazione. Il bilancio non è molto entusiasmante, ma nemmeno così male.
In generale, possiamo dire che l’energia resta ancora il centro della scena. La domanda globale di energia è cresciuta del 2 %, nonostante un PIL globale che è aumentato a fatica (+3 %).
Purtroppo, non è tutto oro quello che luccica: da un lato ci sono i Paesi emergenti che fanno il pieno, dall'altro quelli avanzati che, in qualche modo, arrancano.
La guerra russo-ucraina ha portato il suo bel caos nella produzione e distribuzione, e la COP28 non ha fatto miracoli, se non quello di accordarsi per raddoppiare la velocità dell’efficienza energetica. Bella mossa, ma a questo ritmo ci vorrà un po’ per vedere i risultati. Il mese scorso si è tenuta anche la COP29 con la quale si sono stabilite delle nuove priorità.
La domanda? Dove va?
La vera domanda non riguarda noi, ma la domanda di energia. L’industria ha preso il 75 % della domanda globale e si stima che nel 2024 non assisteremo a una grande inversione di rotta.
Le fabbriche, con la loro fame insaziabile di gas ed energia, continueranno a fare la parte del leone. Se da un lato i settori più “pesanti” ingurgitano energia, gli edifici mostrano un trend più moderato, con una piccola flessione nel consumo (-0,5 % nel 2023).
Probabilmente questo perché gli inverni sono diventati più miti. Ma attenzione: la domanda di elettricità sta continuando a salire, soprattutto nei paesi del Sud-Est Asiatico e del Medio Oriente, dove il caldo fa venire voglia di accendere qualsiasi condizionatore che si trovi.
Energia nel mondo: cosa sta accadendo davvero?
Se il clima globale è in pericolo, anche i nostri portafogli sono a rischio. La crescita del PIL mondiale ha portato con sé un aumento delle emissioni di gas serra.
Questo, unito alla crisi energetica del 2022, ha fatto lievitare i costi dell’energia, portandoci a bollette più salate e una spesa energetica che non ha accennato e non accenna a scendere.
In alcuni paesi come l’Olanda e il Belgio, l’inflazione energetica ha raggiunto livelli record, con l’Europa che non è stata certo immune alla tempesta. Il report IEA 2024 ci dice però che possiamo fare qualcosa: il miglioramento dell’efficienza energetica può ridurre le emissioni di carbonio di ben due terzi entro il 2030.
Quindi, sì, il fotovoltaico, l'elettrificazione dei trasporti e l’efficienza degli edifici sono la chiave per invertire la rotta.
In questo grafico possiamo intuire gli altri paesi che hanno vissuto questa crisi: UK, Lituania, Italia, Latvia ed Estonia. Rispetto a questa crisi, i policy maker dei diversi paesi hanno reagito in maniera diversa, attraverso misure come ammortizzatori, incentivi e così via.
Efficienza energetica: la soluzione che ci serve?
Teoricamente, sì. L'efficienza energetica è una parola magica che ogni governo si è impegnato a usare.
La crescita del consumo industriale sta portando il peso di tutto il lavoro, ma le politiche energetiche dei vari paesi stanno cercando di fare la loro parte. Dai piani di riduzione delle emissioni all’introduzione di incentivi, il report ci dice che più di 1000 miliardi di spesa pubblica sono stati messi sul piatto per incentivare l’efficienza.
Peccato che, come al solito, ci siano delle resistenze a livello di implementazione e che, ad esempio, un bel 50 % delle nuove costruzioni non rispetti nemmeno i requisiti energetici di base.
Questo report ha inoltre evidenziato una correlazione positiva tra i paesi che registravano un aumento dei prezzi al consumo e quelli che registravano un aumento dell’intensità energetica. Questo cambiamento però potrebbe essere determinato da altri fattori: riduzione da parte degli utenti finali dei servizi energetici, una riduzione della produzione industriale (per chiusure di impianti o riduzioni della produzione).
Come si può mitigare l’aumento della domanda di energia? Con l’aumento dell’efficienza energetica. Il tema dell’efficienza energetica viene affrontato in maniera diversa a seconda del settore.
Se guardiamo allo scenario industriale, la quota di energia consumata dalle imprese sul totale è stata di 39 %. La domanda industriale è cresciuta del 2 % rispetto al 2023. Nell’ottica del Net Zero Emission Scenario, la domanda è cresciuta meno dello 0,5 % guidata dall’impiego di tecnologie e processi più efficienti, materiali efficienti, riciclo ed elettrificazione.
Anche in questo settore possiamo distinguere tra le industrie più energivore (che richiedono grandi quantità di energia, spesso a temperature elevate e pressioni e caratterizzati da una lunga durata (ferro e acciaio, prodotti chimici, cemento, metalli non ferrosi, …) e quelle meno energivore (comprendono ad esempio i settori che lavorano a temperature più basse.
Infine, questo report ci mostra il cambiamento a cui si è assistito nei settori industriali meno intensivi, affermando che in generale i sistemi di gestione dell’energia supportano dal punto di vista del risparmio tutti i settori industriali.
Trasporti: il settore che continua ad alzare polveroni
Certamente non possiamo dimenticarci del settore dei trasporti. A parte l’impatto scontato della pandemia (che ha fatto diminuire del 14 % la domanda di energia nel settore), anche qui si punta all’elettrificazione.
Purtroppo non ci dobbiamo illudere perché il gasolio rimane ancora il re indiscusso. Nonostante i governi stiano provando a spingere verso mezzi di trasporti più efficienti e a ridurre l’uso di carburante del 2 % dal 2027 al 2031, la realtà è che le differenze tra i vari paesi sono evidenti.
In alcuni, come quelli emergenti, il trasporto elettrico a due ruote sta spopolando come alternativa per abbattere i costi e l’inquinamento.
Altri dati sui trasporti
Il report illustra i cambiamenti anche in termini di mobilità e alcuni dati:
Autocarri e autobus sono responsabili per il 35 % delle emissioni di CO2. In tal senso i governi hanno attuato delle politiche per migliorare l’efficienza dei veicoli pesanti con il tentativo di accelerare l’elettrificazione.
Ad oggi, la fonte di energia che alimenta il settore dei trasporti, da quello marittimo a quello stradale e aereo resta il gasolio, anche se l’UE sta introducendo delle misure volte a rafforzare l’efficienza per ridurre la dipendenza da questa fonte di energia.
In generale, tutti i paesi si stanno attrezzando per raggiungere l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di carburante del 2 % nel periodo dal 2027 – 2031 per le autovetture e nel periodo dal 2029 – 2031 per gli autocarri leggeri.
Chiaramente, ci sono delle differenze nei trasporti che riflettono le infrastrutture, le policy e i livelli di reddito pro-capite, che può nei casi in cui sia basso, influenzare l’accesso alle nuove tecnologie più efficienti come le auto elettriche. Un trend che si è rafforzato con la pandemia è il ricorso ai mezzi di trasporto privati nelle economie più avanzate al posto dei mezzi pubblici.
Un’ultima modalità che si sta affermando soprattutto nei paesi emergenti è il trasporto a mezzo dei veicoli elettrici a 2 o 3 ruote, quale modalità per ridurre l’inquinamento e l’uso dei combustibili fossili.
Conclusione
Il 2024 sta segnando un’altra annata di crescita, ma una crescita che porta con sé un carico pesante: bollette salate, emissioni altissime e una crescente domanda di energia.
Se vogliamo davvero parlare di futuro, l’efficienza energetica è la strada da seguire. Il fotovoltaico, l’elettrificazione dei trasporti e l’innovazione in campo edilizio sono la chiave. Ma l’urgenza è dietro l’angolo, e l’efficienza non aspetta nessuno. Se vogliamo davvero cambiare rotta, dobbiamo smettere di aspettare che altri facciano il lavoro sporco. È il momento di agire.